Manovra/ Boggetti: in ombra i dispositivi medici ma con il payback a rischio le forniture degli ospedali
“Siamo stupiti e preoccupati che nella manovra non si affronti la questione del payback dei dispositivi medici come se il problema non esistesse. Il comparto a due settimane dallo scadere dei termini di pagamento delle quote di ripianamento dei tetti di spesa 2015-2018 rischia di fermarsi, mettendo così in difficoltà il diritto alla salute degli italiani. Parliamo di oltre mille imprese che forniscono il Servizio sanitario nazionale e che se si troveranno in difficoltà potrebbero non garantire l’approvvigionamento degli ospedali”. Questo il commento del presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti, sulla manovra.
“È allarmante – ha dichiarato il presidente Boggetti – che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri in conferenza stampa non abbia toccato il tema del payback, la situazione grave in cui versa la sanità non sono solo le liste d’attesa, ma anche un comparto che fra 15 giorni rischia di non poter più fornire tecnologie mediche per la prevenzione, la diagnosi e la cura della salute degli italiani. La questione va affrontata subito con un’ulteriore proroga dei pagamenti e contestualmente con un tavolo di lavoro che metta fine al payback entro dicembre, non ‘in seguito’ come ha detto oggi il ministro Schillaci in un’intervista. La ricognizione fatta dalla Corte dei Conti nei giorni scorsi, che parla di 6 miliardi di euro per il periodo 2019-2022, è drammatica e va affrontata con un provvedimento urgente. Ricordiamo al Governo che senza dispositivi medici non c’è salute e gli ospedali si fermano. Confindustria Dispositivi Medici è convinta che si possa affrontare la questione payback pur garantendo la sostenibilità del sistema senza danneggiare l’industria ed è pronta a presentare le proprie proposte e a trovare soluzioni insieme. Soluzioni compatibili con le esigenze e la sopravvivenza stessa del Servizio sanitario nazionale, capaci di eliminare norme inique che invece ne ostacolano lo sviluppo perché questo è un modo per sostenere l’Italia e i suoi cittadini”.
“Questo clima di perdurante incertezza – ha concluso Boggetti – sta logorando le imprese e sta portando a scelte forzate di riduzione dei posti di lavoro e di carenza di prodotti di qualità negli ospedali. Il fallimento di aziende locali e il disinvestimento nel nostro Paese di quelle che operano su scala globale porterà a migliaia di licenziamenti, a una riduzione drastica al sostegno della formazione e a un ulteriore taglio agli investimenti in ricerca e sviluppo. Ci sarà insomma un effetto negativo a cascata di forte impatto sociale ed economico. Ma non solo, la situazione coinvolgerà in modo sempre più diretto l’offerta di salute e la possibilità per i cittadini di effettuare le prestazioni sanitarie previste dai LEA. Le conseguenze ricadranno soprattutto sulle classi sociali più deboli, che non possono trovare risposte di salute altro che nel nostro SSN”.
[Tratto da: www.sanita24.ilsole24ore.com ]