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Il Wound Care a domicilio: un percorso integrato per la gestione delle lesioni da pressione

L’ambito del Wound Care

L’ambito della cura delle Lesioni cutanee croniche conosciuto come “Wound Care” o “Vulnologia”, è uno dei percorsi più impegnativi con un pesante onere economico dovuto sia al trattamento sanitario necessario che al tempo assistenziale richiesto.

Le lesioni cutanee croniche che possono esser prese in carico dall’Assistenza domiciliare sanitaria (ADS) e quindi curate al domicilio del paziente all’interno di un percorso pianificato di cura, comprendono principalmente:

  • Lesioni da pressione (LDP): ulcere o piaghe da decubito
  • Lesioni vascolari
  • Lesioni del Piede Diabetico.

Cura delle Lesioni vascolari e del Piede Diabetico: i percorsi definiti

Per le ultime due tipologie individuate, le Lesioni di tipo vascolare e quelle del Piede Diabetico, esistono dei percorsi di cura ospedalieri ben chiari e definiti, poiché riconosciute come patologie autonome, con dei Centri di cura di riferimento (quali il reparto di Ch. Vascolare, la Diabetologia o i centri Specializzati per la cura del Piede Diabetico).

Cura delle Lesioni da Pressione: una questione aperta

La gestione delle Lesioni da Pressione (LDP) rimane invece un ambito meno definito: se ne occupano tutti e nessuno. Questa tipologia di lesioni infatti non è riconosciuta come una patologia autonoma, ma è direttamente correlata a pazienti “fragili”, allettati o ipomobili, e quindi costretti a lunghi periodi di tempo in posture obbligate.

Si tratta purtroppo di complicazioni molto frequenti (sia per i pazienti accolti nelle strutture sanitarie che per quelli domiciliati) che provocano dolori, disabilità e in generale profonde alterazioni della qualità della vita, con un notevole impegno gestionale in termini di risorse umane, materiali e tecnologie impiegate.

In Italia la prevalenza delle persone che ha sviluppato Lesioni da Pressione nei reparti ospedalieri è compresa tra l’8% e il 13,2%. In ambito domiciliare e nei reparti di cure intensive (Rianimazioni, Unità spinali ecc) la percentuale sale al 20%-66%.

L’importanza nella prevenzione delle Lesioni da Pressione

Numerosi studi hanno evidenziato l’assoluta importanza della prevenzione come prima fondamentale operazione nel trattamento delle Lesioni da Pressione che, una volta apparse risultano molto difficili da curare.

In questo senso si è dimostrata essenziale la riduzione dell’immobilità, ovvero la mobilitazione periodica della persona (ove possibile, ogni due ore almeno). Operazione in grado di garantire l’alternanza dei decubiti, agendo sulla riduzione dei punti di appoggio ed evitando le forze di scivolamento e frizione. Possono inoltre essere utili anche idonei piani di riabilitazione personalizzati attivi o passivi, finalizzati al recupero delle residue funzioni di mobilità del soggetto.

Un percorso integrato nella gestione dei pazienti

Fino ad oggi il modello di gestione dei pazienti sul territorio e a domicilio ha evidenziato alcune criticità, legate in primo luogo alla mancanza di una rete integrata di assistenza tra strutture e professionisti in grado di comunicare tra di loro e di offrire al paziente soluzioni efficaci e sicure, ottimizzando le risorse a disposizione.

Ci si è resi conto insomma che la vera soluzione non risiede nel condurre questa tipologia di pazienti, per lo più cronici, all’interno delle strutture ospedaliere, ma nel creare per loro dei ‘percorsi diagnostico-terapeutici integrati ospedale-territorio’. In questo modo, come anelli di un’unica rete, tutti i professionisti nell’ambito delle loro competenze e responsabilità intervengono a gestire il paziente. Tra questi in particolare il medico di medicina generale, gli specialisti di discipline pertinenti, gli infermieri a domicilio e sul territorio, fisioterapisti, e podologi.

La procedura di presa in carico e cura domiciliare

L’attivazione del servizio domiciliare viene richiesto dal Medico di Medicina Generale (MMG) per tutti quei pazienti che sono impossibilitati allo spostamento per le ridotte capacità motorie o perché malati cronici con patologie altamente invalidanti. A tale richiesta segue un’Unità di valutazione che attiva un piano d’intervento. Tale piano, specifica il tipo di prestazione di cui ha diritto l’assistito e ne determina i giorni in cui effettuare le prestazioni in base all’intensità di cura richiesta dalla patologia su cui intervenire.

In questo modo si esegue la presa in carico del paziente che inizia un percorso di cura domiciliare in cui i vari attori si alternano per erogare le prestazioni necessarie. La maggior parte degli interventi viene effettuato proprio per la cura delle LDP. Il personale di cui si avvalgono le ASL hanno comprovate competenze in tema di Wound Care.

Limiti del sistema attuale e nuove forme di telemedicina

Negli ultimi anni i vari percorsi di specializzazione infermieristica hanno permesso a tali operatori di conseguire le competenze necessarie per gestire i pazienti affetti da Lesioni croniche. Tuttavia, molte sono le regioni che appaltano il servizio ad operatori del settore specializzati nell’Home care. I limiti di tale assistenza sono dati dal capitolato d’appalto del servizio. I capitolati definiscono le modalità ed i termini entro cui tali operatori devono agire.

A questo si affianca anche il capitolato per l’erogazione delle Medicazioni tradizionali ed avanzate che permette l’utilizzo solo dei prodotti che rientrano in tali aggiudicazioni, limitando in alcuni casi la possibilità di utilizzare dispositivi medici di ultima generazione.

In forma puramente sperimentale ci si può avvalere della Telemedicina. Nell’ambito del Wound Care potrebbe rappresentare una nuova frontiera di comunicazione con il paziente avvalendosi dei mezzi di comunicazione come computer, tablet e smartphone. Tale metodica riesce a dare delle risposte immediate all’utente, migliorando di molto l’aderenza al piano di cura, integrando il rapporto personale (tradizionale) tra il medico ed il paziente. Unico limite è dato dalla diffusione degli strumenti tecnologici che in alcune famiglie ancora non sono così diffusi.

[Tratto da: www.servicemed.it ]

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